A volte, sui social, la gente si permette di dire e urlare troppe cose, anche le peggio cose, purtroppo.
Ma nella vita reale pochi di noi sono capaci di ammettere ad alta voce  paure, preoccupazioni, cedimenti che, una volta ammessi, ci permetterebbero di cercare luoghi, relazioni e risorse utili e preziose per elaborare quelle preoccupazioni e per attivare circuiti di sostegno, di aiuto, di trasformazione vitale.

Invece tutti lì a far finta di essere forti. Oppure tutti lì a vomitare rabbia. O tutti lì a lamentarsi per ore, senza cercare e chiedere accoglienza vera, in noi stessi e negli altri, affinchè quella paura, o quel dolore, o quella fatica che creano rabbia e tristezza, rivelino la via possibile a soluzioni piccole o grandi.

Occhio a cosa diciamo e a come ci raccontiamo le cose perchè, poi, ci crediamo anche noi a quello che diciamo, e rischiamo di convincerci che sia l’unico modo di vederle e viverle.
Se diciamo sempre le stesse cose, magari anche nel peggiore dei modi, il nostro pensiero e il nostro mondo si restringono, i nostri desideri si spengono, la nostra creatività soffoca.

Allora, a quel punto, sì che siamo davvero messi male!