Mi sono alzata con una bella sensazione addosso, oggi. Non perchè la situazione intorno a me sia cambiata: è tutto uguale a ieri.

Ma ieri ho vissuto una giornata in cui mi sono sentita connessa a una comunità di intenti e pratiche generative. Ogni volta che accade sento di nuovo con forza che è possibile non cedere allo sconforto, che è possibile andare oltre la rabbia e la stanchezza che una situazione faticosa e dolorosa producono.
Dipende sempre da come guardiamo il mondo, come siamo disposti a vedere la complessità di ciò che ci costituisce e di cui è composta la vita.
se non educhiamo noi stessi, se non nutriamo la parte più sottile e creativa di noi stessi ci affossiamo, ci creiamo gabbie asfittiche e ci convinciamo di non avere alternative.

Anzichè chiedere soluzioni ad altri, anzichè aspettare sempre che altri facciano il primo passo, mettiamoci in gioco per creare e rigenerare ciò che riteniamo bello e giusto, che va oltre il nostro piccolo, individuale orticello, che per quanto meraviglioso è veramente piccolo e a costante rischio di estinzione. Apriamoci agli altri, alla collaborazione…

Perchè entri nella vita aria fresca, ci si senta appartenenti  a qualcosa di grande e si riconosca l’interconnessione di tutto con tutto. Essere costruttori di senso, di pratiche, di trasformazione è connaturato all’essere umano, e quando ce ne ricordiamo e lo lasciamo accadere ne veniamo davvero travolti.

I gusci che apparentemente ci proteggono, in cui ci chiudiamo, ci limitano la visione, l’esperienza, la conoscenza, l’ascolto, l’affinamento del nostro sentire e del nostro esprimere emozioni, paure e gioia. Da guscio che protegge diventa prigione se non addirittura tomba.
Portiamo la nostra paura con noi, anche la nostra mortalità ma facciamone motivo di vita, non di rinuncia.

E travolti di bello e di bene e di felicità è meglio che travolti da pessimismo, distruttività e paura.

A noi la scelta: a tutti noi è data la possibilità di farla!