La comunità sta diventando un limite per i vecchi: per proteggerli (nelle Rsa) dobbiamo allontanarli dagli affetti, e questo merita molte riflessioni a cui, spero, seguiranno anche esperimenti nuovi e costruttivi di cura.
Ma la comunità, ora, per i ragazzi, può essere invece la soluzione a molte questioni. Ci penso da giorni, forse perchè non amo sentirmi impotente e vedere intorno a me crescere la rabbia o la disperazione. o forse perchè la pubblicità austriaca tanto sbandierata come geniale mi ha creato irritazione: state a casa sul divano come procioni, questo viene chiesto ai ragazzi, di parcheggiarsi rassegnati e senza capacità critica nel trovare soluzioni complesse e articolate ma percorribili e non irresponsabili.
Certo meglio una serie tv e la dad che la guerra, nessuno lo nega. meglio una prigione dorata – e non per tutti lo è! – che la fame e le bombe. d’accordo. ma si riesce a fare un passo oltre? E’ la seconda ondata, abbiamo davanti lunghi mesi, ma abbiamo finalmente i tamponi a disposizione e qualche conoscenza in più.

Dare spazi ai malati è fondamentale, certo, ma riusciamo a dare spazi e voce anche ad altre priorità?
Perchè non creare “collegi” in cui mettere i ragazzi che sono a casa da scuola con qualche adulto, tutti con tampone negativo – certo – e lasciargli vivere una esperienza di convivenza almeno per i pasti, lo sport e il tempo libero? Una esperienza di palestra del pensiero ed educazione civica, magari? La finalità è proteggere i fragili e non sovraccaricare il sistema sanitario. OK! Ma questo può anche convivere con situazioni di sostenibilità sociale. E forse un po’ di co housing servirebbe a molte categorie. possiamo provarci?
Perchè la questione vera, al di là delle soluzioni che auspico in concreto, è questa: van bene le priorità che abbiamo chiare (salute ed economia), ma ci sono anche altre questioni essenziali di cui occuparsi, altrettanto prioritarie, e la sofferenza sociale ed emotiva non è meno di quella economica e sanitaria. Se le possibilità per salvare capra e cavoli ci sono, perchè non provarci? non siamo più nella prima emergenza: lì siamo stati travolti, ora possiamo stare meglio in equilibrio e abitare la complessità che ci è chiesto di interpretare…. o no?

chiedo, per un amico…