Non basta leggere libri sulla meditazione per aver meditato (per esempio quello di Chandra Livia Candiani “Il silenzio è cosa viva”),
non basta leggere libri sui processi di trasformazione individuali per aver compiuto il processo (per esempio “Donne che corrono coi lupi” della Clarissa Pinkola Estes) .
Spesso quando leggo certi testi – e volentieri ne condividerò alcune tracce con voi mentre li leggerò o li riprenderò tra le mani – mi sento così in sintonia con ciò che leggo, mi corrisponde così tanto ciò che ascolto, che mi pare di essere già su quella strada, pronta a compierla tutto senza farmi più distrarre.
Invece…

Basta una interruzione, una stanchezza, uno sconforto … mille cose distraggono, fuorviano, inquinano, confondono. Piccole o grandi che siano bisogna avere una buona pratica per ritornare al centro della questione, a sé, al respiro (basterebbe già per iniziare) ma è difficile.
Specie da soli, se non si è bravi nel disciplinarsi o nell’accettarsi così disobbedienti, incoerenti, incostanti. Io lo sono, si sappia!
Non è che perché scrivo libri ho risolto tutto nella vita. Scrivo libri per restare il più centrata possibile sulle priorità e i giusti pesi della vita, per vedere la vita per quella che è e cercare di viverla al meglio, per fare i conti con la sofferenza che ne fa parte e aiutare altri a farlo, sia che mi leggano sia che si rivolgano a me come professionista.
Per il resto sono umana come tutti e mi esercito a tenere la bussola orientata.
Ma spesso mi perdo, o la vita mi da una spallata e mi toglie dal sentiero… e mi trovo a RICOMINCIARE.