La vita quando la racconti è come un romanzo: non importa solo ciò che accade o che è accaduto, ma conta molto quali emozioni hai provato, che strascichi ti ha lasciato quello che è successo, che cosa hai imparato da quello che hai vissuto. E contano molto anche quegli “universi paralleli” che hai visitato per dare significato a ciò che vivevi, per sopravvivere a ciò che stavi vivendo perchè era troppo doloroso e serviva la fantasia per reggere tutto, serviva una via di fuga per restare interi. Oppure quegli “universi paralleli” erano la bacheca migliore dove appuntare ciò che di splendido accadeva per non perderlo mai più, per non dimenticarselo mai, per poter attingere a quella felicità nei giorni in cui ce ne fosse stato bisogno.
E così poi la vita la rileggi, la riguardi, la ricordi, la rimpiangi… e intanto la vivi, la sogni, la temi.
E se hai la possibilità, che per me è una fortuna, di ascoltare i racconti delle vite di molte altre persone, le loro passioni, i loro dolori, le loro speranze e i loro desideri, i loro pentimenti e le loro soddisfazioni, la vita si fa ampia, estremamente cangiante, stupefacente e terribile insieme e gli universi paralleli diventano 100 e poi 1000 e poi infiniti…. perchè tutto ciò che accade a me poteva accadere ad altri e viceversa, e potrebbe ancora accadere ed è così per ciascuno di noi.
Nessuno è esente dalla felicità, nessuno è esente dal dolore.
Non lo sapeva la bambina della foto e io oggi ho voglia di raccontarle delle storie, delle vite, ho voglia di mostrarle l’animo umano, ho bisogno di confortarla a volte e di spronarla altre volte. perchè lei è me e i racconti, le storie, i romanzi aiutano a comprendere la vita e a sentirsi meno soli, meno sbagliati, meno condannati ad una fine che, per fortuna, è sempre e ancora tutta da scrivere.