Uno degli esercizi che ho messo nel mio libro “Ricominciare” è quello di provare a riconoscere i maestri della nostra vita …
Un esercizio che ci permette, come fece anche il filosofo imperatore Marco Aurelio nel suo “A Se stesso” (che vi invito a leggere) di riconoscere in noi caratteristiche acquisite da altri, apprendimenti avvenuti grazie a relazioni importanti, modelli di riferimento che ci hanno orientato e tutt’ora ci orientano.
E soprattutto ci permettono di fare due cose splendide per aprire le maglie strette della nostra vita ed essere più felici nel farlo:

commemorarli, ricordandoli e ridando loro vita e affetto

provare gratitudine verso di loro, per aver intrecciato la loro vita alla nostra, per un momento breve o per anni.

Riconoscere così quanto di bello c’è in noi, senza temere troppo l’autocompiacimento, perché ciò che siamo è in larga misura frutto di una eredità spirituale meravigliosa che arriva da altri e da altrove.
Dobbiamo riconoscerla, accoglierla, tradurla in pratica nella nostra vita secondo le nostre caratteristiche e consegnarla a nostra volta ad altri.

Non è una caso che nel libro sia il primo esercizio che propongo: perché in fondo è un libro collettivo: in molte parole e nelle storie ci sono le persone che ho incontrato negli anni, che mi hanno condotta dove sono, che mi hanno orientato nella mia professione e nella mia esistenza.