Siamo ormai circondati da manuali che ci invitano a godere delle piccole cose, delle semplici gioie quotidiane, ma questo non significa accontentarsi di piccole felicità.
Amiamo la vita
Questa è una chiave fondamentale, certo, per il raggiungimento della felicità, ma solo se diventa occasione per acquisire la capacità di gustare il piacere che nasce dalla consapevolezza di sé, di provare la gioia di essere vivi, di ritrovare il piacere bambino tipico dell’atteggiamento filosofico proposto, tra gli altri, da Platone, Aristotele, Bergson, che viene dalla meraviglia suscitata dal presentarsi delle cose per come sono. È la quieta contemplazione, è la contentezza figlia della semplicità priva di desiderio e di rimpianto, che regala la possibilità di darsi pace, di raggiungere un appagamento stabile e profondo, felici di ciò che si ha e di ciò che si è, senza dare nulla per scontato. Se non è così, se non è questo tipo di felicità, si correre il rischio che godere delle piccole cose diventi la scusa per chiudersi in se stessi, vittime di una rassegnazione che è frutto dell’abitudine, della pigrizia, o peggio della paura di aprirsi a ciò che c’è fuori dalle mura domestiche. Ci si accontenta, nei termini più negativi che conosciamo. […].
Esploriamo e immaginiamo altrimenti
Tuttavia, se non si intende correttamente questo tipo di felicità, si correre il rischio che il godere delle piccole cose diventi la scusa per chiudersi in se stessi, vittime di una rassegnazione che è frutto dell’abitudine, della pigrizia, o peggio della paura di aprirsi a ciò che c’è fuori dalle mura domestiche. Ci si accontenta, nei termini più negativi che conosciamo. Invece l’uomo da sempre è operativo alla ricerca della felicità possibile, ed è capace di esplorare, inventare, cercare, tentare. Sa immaginare un futuro differente e migliore dal presente che abita, e sa far sì che il sogno si trasformi in atto creativo.Questo modo di vivere è ciò che regala le grandi soddisfazioni che derivano dal vedere premiati il coraggio e la tenacia, dall’avere forti motivazioni che consentono di restare vivi, attivi, entusiasti, costruttivi, per noi e per gli altri. Regala la possibilità di essere fieri di sé, soddisfatti per ciò che si fa. Regala entusiasmo, capacità di ricominciare e di rimettersi in gioco più e più volte.
Il fatto che l’uomo sia capace d’azione significa che da lui ci si può attendere l’inatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. (H Arendt).
Impariamo a rimanere in equilibrio
L’uomo sa stare nella mancanza, in quello spazio tra il desiderio e la sua possibile soddisfazione, abitato dalla speranza, che si fa ponte tra ciò che è e ciò che non è ancora, ma è auspicabile. Ha in sé forza e tenacia, sa accettare il rischio e se ne fa carico con coraggio, perché ambisce a qualcosa di meglio di ciò che ha oggi. Perché sa che ne vale la pena. Questo modo di vivere è ciò che regala le grandi soddisfazioni che derivano dal vedere premiati il coraggio e la tenacia, dall’avere forti motivazioni che consentono di restare vivi, attivi, entusiasti, costruttivi, per noi e per gli altri. Regala la possibilità di essere fieri di sé, soddisfatti per ciò che si fa. Regala entusiasmo, capacità di ricominciare e di rimettersi in gioco più e più volte. […]. Si tratta di saper restare nella tensione tra le due posizioni, nell’equilibrio funambolico tra lo spirito combattivo e la capacità di darsi pace, di stare tanto radicati alla terra quanto elevati verso il cielo, senza mai cedere a nessuno dei due stati in maniera definitiva.