Pensieri di giornata“, come le uova, che si depositano ogni giorno. Promessa di nuova vita che si dischiuderà, ma non sempre. Alcune saranno fecondate, altre no.
Alcune si schiuderanno, altre no.
Comunque evocheranno vita, gestazione, germinazione, sorpresa, cova, attesa, schiusa, nuova nascita…
Così è anche con i pensieri: alcuni sfumano, altri restano appiccicati alla mente senza generare nulla se non rumore di fondo, altri vengono fecondati dalla vita o fecondano loro stessi le nostre azioni. Così le parole vanno scelte, pensate per comprendere cosa genereranno, se sono fecondate da rabbia e mortificazione o dalla voglia e capacità di creare connessioni positive e circoli virtuosi. Altrimenti, spesso direi, vanno taciute.

Qui voglio depositare, parole gentili, delicate, pensate (anche grazie al gesto e alla pratica della scrittura che aiuta a mettere la giusta distanza tra ciò che affiora e ciò che scegliamo di dire) ma anche che sgorgano sorgive da ciò che vedo accadere intorno a me o sento accadere dentro di me.
Non con l’obbligo della quotidianità ma con la possibilità della continuità spontanea che aiuta a tenere il filo con la parte fertile e creativa di noi stessi per avere un occhi attento e plastico su ciò che accade introno a noi. Un esercizio insomma, che vi invito a leggere e a fare anche voi.

Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.

Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere.
Emily Dickinson

 

Prendiamoci la responsabilità delle parole che diciamo, con cura e lungimiranza.