Quando siamo preoccupati, in ansia per il futuro che ci pare più incerto del solito, quando le nostre certezze che parevano granitiche si sbriciolano, sentiamo la paura.
Io in questi giorni in cui di nuovo si parla di lockdown, di restrizioni, di timore per la salute di molti ho momenti n cui sono spaventata: per me e per i miei cari, perché potremmo ammalarci, per mia madre che non vedrò – di nuovo – e non so per quanto, per ciò che i miei figli si perdono a causa delle condizioni di vita limitate nella scuola,

Quando siamo preoccupati, in ansia per il futuro che ci pare più incerto del solito, quando le nostre certezze che parevano granitiche si sbriciolano sentiamo la paura. Io in questi giorni in cui di nuovo si parla di lock down, di restrizioni, di timore per la salute di molti ho momenti n cui sono spaventata: per me e i miei cari, perché potremmo ammalarci, per mia madre che non vedrò – di nuovo – e non so per quanto, per ciò che i miei figli si perdono a causa delle condizioni di vita limitate nella scuola, nello sport e nel tempo libero, per la loro generazione che molto probabilmente pagherà un prezzo alto a questa situazione, per il clima emotivo che circola, per il clima politico che c’è….
Ma questa paura, generando cerchi sempre più ampi intorno a sè,  mi rischia di fari cadere nel catastrofismo.
Poi cerco di fermare questo flusso apparentemente inarrestabile di pensieri preoccupati e mi chiedo, con Epitteto e parafrasandolo un po’: cosa dipende da me?
Cosa posso fare per non cedere al terrore?
Che risorse individuali e collettive posso mettere in gioco ?
Quali cambiamenti e trasformazioni possono togliermi dalla paralisi in cui la preoccupazione mi mette, generando altra preoccupazione fino alla paralisi da panico?
Perchè questo fa la paura: paralizza, chiude, blocca, rende sospettosi e irrigiditi.
Ma se c’è un antidoto alla paura è restare costruttivi, critici, attivi, aperti.
Dove la paura crea paralisi possiamo solo restare in movimento, abitare la complessità, coltivare il pensiero critico e immaginare soluzioni, individuali e comunitarie, prendendoci le nostre piccole e grandi responsabilità e usando ciascuno i suoi talenti.
Altrimenti avremo già perso e la paura avrà vinto, e genererà altra paura, rabbia, chiusura, disperazione e distruzione.
Restiamo creativi e confortiamoci a vicenda quando lo sconforto ci attanaglia.
Passerà prima! Passerà meglio!