L’epifania è quel momento in cui qualcosa si svela, viene alla luce, si manifesta appunto. Perché questo è il suo significato.

Qualcosa può venire alla luce nella forma del ricordo che ci sorprende affacciandosi alla memoria con prepotenza, come per esempio ci descrive lo scrittore irlandese James Joyce che la usa come termine per identificare quei particolari istanti di intuizione inattesa che avvengono nella mente dei suoi personaggi: sono quei momenti in cui un’esperienza, sepolta nella memoria da anni, affiora nella mente riproponendo tutti i suoi dettagli e tutte le sue emozioni che l’hanno composta.

Oppure e ancor più sono quei momenti di rivelazione, di isight diremmo ora, in cui pare quasi che tutto si componga e il quadro diventi preciso, completo, chiaro, trasparente e nitido.

Quando accadono quei momenti sembra però difficile trattenerli, pare che siano evanescenti e effimeri, che questo svelarsi di noi stessi o della vita a noi stessi sia una sensazione fugace presto coperta dalle distrazioni cui siamo sottoposti e che spesso andiamo cercando, magari senza accorgercene.

Avete mai avuto momenti di epifania? Quali? Cosa vi si è imposto come ricordo, spiazzandovi magari, o cosa  si è svelato o rivelato di nuovo, che ha mutato il vostro punto di vista su voi o sul mondo?

Andiamo a rintracciarli, a vedere se sono stati o diventati momenti che fungono da pietre miliari per la nostra vita: intuizioni, visioni su di noi in maniera inedita, nuova, particolare …che ci hanno portato a scelte prima rimandate o temute, che hanno aperto a cambiamenti, che hanno aperto la possibilità di scelta all’interno di un bivio davanti al quale eravamo da tempo e ci hanno permesso di prendere una strada piuttosto che un’altra. Cerchiamo di ritrovare anche le condizioni in cui si sono dati quei momenti per provare a ricrearle e ricercarle.

Che sensazione ho provato in quell’epifania: Sollievo? Paura? Gioia? Smarrimento?

Quando qualcosa di inatteso o sorprendente si mostra, non sempre la sorpresa è meravigliosa e gioiosa:  a volte spaventa, scuote, spiazza. Spesso accadono entrambe le cose e meraviglia e terrore si mischiano. Allora bisogna ricercare e trovare in sé il coraggio di guardare e accettare ciò che si vede.

Dobbiamo predisporci allora a vedere il nuovo, aprirci a vedere ciò che si mostra e a trattenere ciò che vediamo, perché diventi una possibilità di percorso magari diverso dall’abituale.

Così se vogliamo praticare la filosofia come stile di vita: la filosofia deve spiazzarci e portarci a risposte e soprattutto domande più ampie, differenti, inesplorate rispetto a quelle abituali e statiche … deve poterci trasformare, convertire, risvegliarci e riportarci alla luce, il più interi possibile….

Può riportarci a vedere la bellezza nella vita, e lo farà se siamo disposti a esercitarci perché il nostro sguardo e la nostra vita cambino.

Allora ecco un piccolo esercizio che è anche un rito dell’epifania: si bruci ciò che è vecchio  e non serve più, ciò che pesa e vincola o che acceca e si lasci nascere ciò che di nuovo si può manifestare e può crescere, bello e di buono. Scriviamolo su un foglio e custodiamolo con cura per andarlo a leggere e ritrovare spesso, come fonte di ispirazione e occasione di ascolto di sé.