Ci risiamo, chiusi a casa, o quasi.
Forse meno inquieti perché sappiamo di cosa si tratta, ma forse più preoccupati e affaticati perché una volta si regge, due è più faticoso.
Ma quello che pensavo oggi è che ho vissuto per anni con il desiderio di avere tempo, tempo per fare meglio alcune cose, tempo per dedicarmi ad attività cui desideravo dedicare il mio tempo da anni…
Poi questo tempo a disposizione finalmente ce l’ ho (certo! L’umore non è dei migliori) e mi accorgo, se cerco di essere davvero onesta co me stessa, che le cose a cui non ho mai davvero dedicato tempo non mi interessavano veramente granchè. E non avere tempo era un ottimo alibi per evitarle.

Oppure, ed è anche peggio, ho sempre rimandato la possibilità di dedicarmi a qualcosa che desideravo perché mi faceva paura il fallimento. Erano i miei sogni quelli,  e se fallivo non mi pareva di averne di riserva.  E trovare nuovi sogni e desideri, specie a 50 anni, non è banale.
Ma, in realtà, potrebbe essere liberatorio: uscire da alibi ed illusioni e guardare la vita in faccia, per davvero, sentendo che ora come non mai c’è tutto da perdere e quindi niente da perdere, ma tutto da giocare e accogliere.
Sono sempre stata molto competitiva– ed ho scoperto tornando a giocare a tennis, che lo sono ancora!  Ma forse fuori dallo sport o da certe particolari situazioni ho spesso preferito fare un passo indietro: per paura di perdere, certo, ma soprattutto per paura di vincere  credo. Se riesco in ciò che vorrei, quanto cambierà la mia vita? E se scopro che avrei potuto vincere, ma ora è tardi per farlo?
In un tempo come oggi, dove tutto intorno a noi muta e la preoccupazione e la paura svelano le nostre verità profonde– individuali, sociali, economiche, spirituali – vale la pena guardarci con autenticità e accoglierci. Per trasformarci, come la vita ora ci chiede di fare ma anche, almeno un po’, come noi chiediamo a lei, ora come non mai.
Per non cedere alla disperazione ma per cedere alla creatività che la libertà, nata dalla mancanza di certezze,  consente.

Preferisco provare che arrendermi, preferisco sperimentare che resistere e poi sgretolarmi sfinita.