La morte è irrotta col covid19. Come notizia su tutte le reti tv e radio ma soprattutto come scandalo a cui, per l’ennesima volta, eravamo impreparati.
E si è imposta nel peggiore dei modi: collettiva, senza riti e congedi possibili, seminando angoscia e paura e rivelando a tutti noi la nostra impreparazione di fronte alla universale fragilità e vulnerabilità della vita.
La filosofia da sempre ci aiuta e ci offre strumenti per imparare a morie e imparare, ancor meglio, a vivere senza negare la morte.
Così in questo tempo ho partecipato a conferenze e formazioni on line sul tema della filosofia come esercizio della morte e come via per una spiritualità non necessariamente religiosa, alla ricerca del senso dell’esistenza che proprio di fronte al dolore della morte emerge come domanda pregnante dell’umano.
ecco due video per un possibile approfondimento della questione, ma ci tonerò sicuramente sopra. Non solo per questa emergenza, ma perchè meglio conviviamo con la nostra finitudine, meglio impareremo e ci ricorderemo di vivere.
per approfondire l’argomenti vi ricordo i miei libri “Sono vivo ed è solo l’inizio” Mursia e “Non ci lasceremo mai?” Unicopli