Condividiamo. Perché credo sia importante iniziare a metterci del nostro, perché le cose belle accadano e generino circoli virtuosi e positivi. 

Mi risuona spesso la frase «Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce». La sentii la prima volta dalla mia prof. di filosofia del liceo, e già allora mi colpì per la sua verità. Le cose brutte, dolorose, negative le notiamo, si enfatizzano per definizione e noi siamo pronti a dar loro grande eco, rimandandocele a vicenda. Quelle buone, quotidiane, piccole e grandi non fanno notizia, non scuotono nessuno, fanno parte dell’ovvio e dello scontato e non crediamo quasi mai meritino di essere raccontate o condivise. Credo sia ora di far sentire e vedere anche la foresta che cresce, invece, e magari fare in modo che cresca sempre più e al meglio. Metterci del nostro perché le cose belle accadano e si raccontino, perché generino circoli virtuosi e positivi.

Il linguaggio crea il mondo, crea il pensiero. Ci suggestiona e condiziona il nostro agire. Il film Tomorrowland propone questa frase, ormai nota: «Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, invidia, paura e disperazione. L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, gioia. E quale lupo sopravvive e vince? Quello che nutri di più». Per nutrire questo lupo bisogna scovare e notare le buone notizie, decidendo di far emergere le cose belle, le good news, i piccoli o grandi esempi di speranza e cambiamento – anziché farci annichilire dalle frasi «Tanto non cambierà mai niente», come se il cambiamento dipendesse sempre e solo da qualcun altro, non ben identificato. E mai da noi stessi.

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