Nessuno può dirci
cos’è la felicità. Certo va conquistata nel
rispetto degli altri ma non nell’accondiscendenza,
va perseguita secondo un’etica sociale e relazionale, ma non al prezzo della
rinuncia a noi stessi.
Ricordate la storia del brutto anatroccolo?
Lui non era sbagliato, anzi era destinato a
essere bellissimo, ma ancora non lo poteva
sapere. Semplicemente era nato nel nido
sbagliato, dove gli altri erano così diversi
da lui, ignoravano così tanto delle altre forme
di vita possibili, che l’hanno fatto sentire
sbagliato. Invece lui era giusto, era se
stesso, ma non ne era ancora consapevole.
Così ha vagabondato, a volte ha sofferto,
ha atteso: ed è sbocciato, bello, libero, magnifico
perché nei suoi panni: realizzato e
finalmente felice perché libero di spiccare
il suo volo.
leggi qui l’intero mio articolo per la rivista Natural Style di maggio