“Il tema è da tempo sulla bocca di tutti, specie all’indomani di crisi economiche, ambientali o esistenziali e, naturalmente, in questi mesi di pandemia e di sospensione delle abituali dinamiche che scandivano le nostre esistenze che in molti casi richiederanno, quando potranno tornare a scorrere più liberamente, di reinventare il proprio modo di stare al mondo. L’analista filosofa si propone non solo di riflettere su questa necessità con taglio biografico, partendo cioè dalla capacità di evidenziare le risorse presenti nella vicenda personale di ciascuno di noi, ma soprattutto di accompagnarci in un viaggio di consapevolezza” […]

“Il libro di Campanello accompagna piuttosto il lettore non a testare facili soluzioni ma a sottoporre maieuticamente ad esame la propria vita, offrendo più domande che risposte, ma sotto forma di interrogativi capaci di promuovere una maggiore consapevolezza di ciò che siamo, di come viviamo e della distanza che si dà tra quanto desidereremmo e quanto constatiamo di essere o avere. Non con un dito puntato ma piuttosto con una mano tesa e una serie di strumenti che possano puntellare non solo le domande – che è comunque fondamentale porsi per potersi riorientare nella vita e provare a indirizzarla, per quanto in nostro potere, verso ciò che sentiamo più affine alla nostra personalissima vocazione esistenziale – ma piccole pratiche filosofiche o se si preferisce spirituali, tratte dalla tradizione sapienziale filosofica e non, e rimodulate in forma maggiormente attuale e praticabile oggi e da tutti”. […]

“Pierre Hadot, riprendendo una frase di Goethe, li ha chiamati esercizi per ricordarsi di vivere, nel convincimento, che attraversa tutta la filosofia, che una vita inconsapevole non possa davvero dirsi tale e che un certo tipo di messa in discussione del nostro modo di vivere e di essere, diverso dalla sterile ruminazione giudicante, possa invece instradarsi verso la possibilità di una vita avvertita più autentica e, per questo, più soddisfatta di sé.
Un progetto ambizioso che, come spiega l’autrice, è certamente difficile e impegnativo ma non per questo impossibile”

leggi l’articolo recensione di Moreno Montanari su Doppiozero