NON DIRO’ AI MIEI FIGLI (SOLO) CHE ANDRA’ TUTTO BENE

“Speriamo di rivederla, certo, ma non è detto” e solo dire questa frase ai miei figli stringe la gola e lo stomaco.
La nonna è in casa di riposo, la vediamo solo via Whatsapp grazie alla dedizione gentile degli operatori cui l’avevamo affidata mesi fa, che sanno che la cura del corpo non è l’unica cura che conta.
È la prima, ma non è la sola.
Mia mamma purtroppo o per fortuna non è molto lucida e non capisce che quell’immagine sullo schermo del tablet sono io: crede sia una foto e dice sorridendo alla ragazza con la mascherina vicino a lei: “è bella mia figlia, vero?”
Mi commuovo sempre, succede ogni due o tre giorni.
I ragazzi mi vedono perché non mi nascondo quando mi vengono le lacrime agli occhi.
C’è preoccupazione, è ovvio. C’è anche tristezza e sgomento per la situazione.
Parliamo delle notizie, condividiamo dubbi, rabbia, tristezza, speranza.
Parliamo delle regole da rispettare e della voglia di tornare a scuola.
Quest’anno uno di loro avrà (avrebbe) la maturità e l’altro gli esami di terza media.
Sono saltate le gite, lo sport, i momenti con i compagni…
Lavoro in campo sanitario da anni e sento i miei amici e colleghi che lavorano senza sosta e cerco di dare loro ascolto e sollievo come posso. I discorsi a volte sono duri, strazianti, faticosi.
I ragazzi spesso mi sentono. E va bene così.
E poi fanno domande a cui rispondo, con sincerità e delicatezza.
Ma rispondo.
Non voglio che stiano in una bolla, non voglio che – di nuovo – questa generazione resti addormentata a causa di adulti spaventati dalle loro stesse emozioni. Voglio che i ragazzi vengano educati a ciò che è umano ed è il loro mondo, che aprano lo sguardo, coltivino la capacità critica, sappiano tanto sia della vita che della morte, perché la vita gli sia cara e preziosa.
Voglio che in questo presente imparino a costruire al meglio il loro futuro e lo facciano ad occhi e cuore aperti insieme agli atri, perché la cura di sé è cura degli altri e viceversa. Lo vediamo in questi giorni.
Se questa è un’occasione – come ci diciamo da giorni – deve essere anche e soprattutto un’occasione per educarci ed educare a qualcosa di nuovo e di antico che è sotto i nostri occhi: la vita per quella che è e non solo per quello che vorremmo che fosse.
Non giriamo – di nuovo – lo sguardo per far finta di nulla, altrimenti questa occasione sarà un’altra occasione persa.
perché andrà tutto bene ma dipenderà anche da noi come andrà, da qui in avanti e come sempre.
Philo – Pratiche filosofiche
SABOF – Associazione
foto Monica Vinella