I bambini e i ragazzi ci mettono spesso in difficoltà con alcuni comportamenti che non sappiamo decifrare, che non riusciamo a gestire e arginare, che ci inquietano e a volte ci preoccupano fortemente. Allora vorremmo che qualcuno ci aiutasse a “sistemare” le cose, giustamente. Ma una delle questioni centrali dell’educazione è: quando bambini e ragazzi manifestano un disagio, pare abbiano dei problemi o mal si accordano con la vita e l’equilibrio famigliare… sono pezzi da aggiustare o sono soggetti che portano alla luce fragilità, rigidità o fatiche del sistema famigliare o scolastico?

E quand’anche ci sono fatiche oggettive nel bambino (certo da valutare, diagnosticare e prendere in carico) come possono la famiglia o la scuola fare i conti e integrare in sé questa fatica?

Gli adulti, siano essi genitori o insegnanti, hanno sempre la possibilità e il potere di modificare il proprio modo di fare e di organizzare i tempi e le relazioni affinchè il sistema – famigliare o scolastico – trovi un equilibrio migliore per ogni membro, anziché attuare terribili e faticosi “braccio di ferro” tra chi ha torto e chi ha ragione, tra chi funziona e chi no, tra chi è giusto e chi è sbagliato.

Osserviamo, ascoltiamo, ascoltiamoci per cogliere come quel disequilibrio ci interpella per arrivare a trattarlo come un segnale di allarme che qualcosa non va e cerchiamo di comprendere cosa. Anche se questo rimette in gioco anche noi, il nostro modo di fare e gestire la quotidianità. Possiamo spesso far sì che rimodellando tempi, spazi, relazioni, regole, contesto tutto torni più armonico e vivibile al meglio per tutti. Nessuno dovrebbe mai sentirsi il motivo unico di una fatica nella famiglia o nella classe.

è in onda la puntata n. 8 del mio podcast PedaGOgia sul mio canale youtube e su spotify

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