“Veleggiamo per ore. Ci sono solo la luce intensa del
sole, il suo calore che in certi momenti è quasi irrispettoso
e il vento che tace e sospende ogni altro
suono se non quello dell’acqua che colpisce lo scafo.
Seduta a prua di una barca a vela vedo una tavola blu che,
come nei disegni dei bambini, si congiunge con una riga dritta
all’azzurro del cielo infinito. La prua diventa l’unico spazio,
minuscolo e ampio, che accoglie chi ha bisogno di staccarsi
dalla ciurma e può permettersi, grazie al tempo clemente,
di stare solo e accogliere l’abisso e il cielo che gli sono intorno
e dentro. Navighiamo anche di notte e il tempo si dilata,
l’orologio non serve a nulla, il cellulare resta spento.
Sperimento un ritorno alla natura che non credevo possibile,
per quanto lo avessi sperato”.

[…]

“I miei occhi, semichiusi per la luce intensa che mi colpisce, si
inumidiscono di commozione profonda: non riesco a contenere
la potenza di ciò che sento e mi sciolgo in lacrime. Lacrime
di gioia per me, che ho la fortuna di vivere tutto questo e
avrò la possibilità di testimoniarlo, e lacrime di dolore per chi
non conosce questa libertà o per chi, peggio, l’ha conosciuta
e la sta perdendo.

Lacrime a mare: la mia Last Page su Natural Style di ottobre . Leggi l’intero articolo  della mia 

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