Immaginate 9 funerali al giorno, 10 persone al massimo e un quarto d’ora a disposizione o provate a vedervi davanti 300 urne in attesa di essere inumate.
Immaginate decessi consumati in solitudine e riti funebri quasi impossibili o senza conforto.
Cuochi e giardinieri delle scuole precettati a gestire il lavoro dei crematori, operatori cimiteriali sopraffatti dal lavoro incalzante e dalla sofferenza.
“voi non avete idea…” dice la parente dolente… è vero, la realtà supera l’immaginazione ma non solo in negativo, per fortuna.
La realtà, come in questo racconto di Giulia Frasca (Bolzano), diventa occasione di cura, conforto, vicinanza come difficilmente ci si poteva immaginare.
Il cimitero – finalmente riaperto – si fa luogo di apprendimento di ciò che è davvero umano e conta e si fa luogo di una intimità forse impossibile altrove e trova nuovi modi per dare respiro e spazio al dolore che chiede espressione, condivisione, rito.

Questo video merita l’ascolto e merita gratitudine per ciò che loro, insieme a molti altri in altri luoghi hanno “osato” fare

Torneremo su questo argomento, fondamentale per la vita di tutti, adulti e bambini, per dar senso alla cura, alla vita, al morire, al lutto, alla rinascita possibile.