Arriva Natale, l’occasione per riflettere sul tema del dono.

Cos’è il dono? Cos’è per me il dono?

Qual è quel dono che nella mia vita, fino ad oggi, mi ha colpito ricevere, che magari ancora conservo con piacere? Qual è quel dono che ho fatto ad altri e ricordo di aver provato gioia o forte commozione nel donare, più che in altre occasioni?

Magari è qualcosa di concreto, un oggetto, o magari è stato un biglietto, un gesto, un incontro …

Se andiamo a vedere l’etimologia della parola dono, da dove deriva, scopriamo ciò che già intuitivamente sappiamo tutti, cioè che esso è ciò che si dà ed è ciò che si riceve, ma nel suo etimo si sottolinea che il dono è tale perché non chiede nulla in cambio, non impone alcuna restituzione.

Pensiamo anche al dono che da sempre, nella storia, si offre al divino, spesso nella forma del sacrificio: lo si fa perché il divino veda e abbia dichiarata come certa l’importanza unica che gli attribuiamo – prima ancora che per ingraziarselo! –  O pensiamo anche al significato della decima: dare una parte di quello che tu hai per chi non ha. Questo era dono.

Dono è detto anche ciò di cui si gode come esito di una produzione (i “doni” della terra, cioè i suoi frutti), o che si possiede come pregio spirituale e fisico (il”dono” della bellezza o dell’intelligenza)

Il dono quindi non è uno scambio obbligatorio: ha in sé la libertà di donare, la capacità (non ovvia e non sempre facile) di sapere accettare da parte di chi riceve questa gratuità.

La più comune concezione del dono è quindi accompagnata dalle nozioni di generosità e di gratuità

Il dono crea relazioni, getta ponti. Non si offre per avere qualcosa in cambio ma per rinsaldare una relazione, per sottolinearne l’importanza e l’unicità, per dire che quella relazione in cui il dono si dà, conta davvero. Nell’azione di donare qualcosa c’è (o sarebbe bene che ci fosse) una libera scelta, c’è il piacere di donare e il piacere di ricevere. Quante volte abbiamo detto a qualcuno, portando un pacchettino o altro: “E’ solo un pensiero, ma ci tenevo molto a fartelo” e in quel pensiero ci sono molti significati, molto più che in un oggetto costoso o di grandi dimensioni, magari. Il significato principale è “Ci sono per te, sei importante per me!”

Per aiutare il dono a riscoprire e ritrovare questa sua importanza e questi suoi profondi significati, è quindi necessario che esso sia, come scrive nel saggio Donare il tempo (1991) il filosofo francese Derrida, un avvenimento assolutamente gratuito, incondizionato e unilaterale.

Allora chiediamoci: Cosa vorrei ricevere sul piano esistenziale? Cosa vorrei donare?

Chiediamoci anche cosa vorrei immettere in questo circolo virtuoso di doni? cosa vorrei che circolasse tra le persone che amo e man mano si estendesse anche più lontano dalla mia stretta cerchia? Quale contagio positivo vorrei che il mio dono potesse mettere in atto?

Come un sasso gettato in uno stagno possiamo pensare che il dono crei cerchi sempre più ampi e lontani dal centro, che diffondono cambiamento e movimento armonico allo specchio immobile dello stagno, un atto volontario, gratuito e positivo che possa generare piacere, felicità, …

Circolano molti video in proposito anche sui social: commuovono, smuovono … ci dicono che la generosità e la cura sono contagiosi e producono a loro volta generosità e piacere di vivere. Non fermiamoci alla commozione. Agiamo!

La filosofia come maniera di vivere ci invita al dono della cura: di sé, dell’altro, della natura, la cura del nostro tempo, dei nostri pensieri, dei nostri gesti, delle nostre parole, delle nostre relazioni, del nostro lavoro.

Ci propone la cura del senso del vivere e ci indica un percorso possibile.

Vi propongo allora un piccolo esercizio filosofico, nella direzione della consapevolezza: immaginiamo di scrivere un biglietto, prima a noi tesse, per farci dono di ciò che ci piace, per farci dono di apprezzamenti che forse poco ci concediamo, per farci dono di elenchi di gesti belli che vorremmo donarci, garantirci, assicurarci in ogni giornata o in ogni settimana; e poi per gli altri, nello stesso mondo, regalando parole e pensieri, gesti e auguri di ciò che vorremmo offrire e augurare a chi ci è vicino, e man mano a chi ci è più lontano …. E poi facciamo in modo che questi doni arrivino davvero!