Oggi è il Blue Monday. E io lo sento parecchio…voi no?
Intanto che cos’è? Nel 2005, uno psicologo dell’Università di Cardiff , tale dottor Cliff Arnall, lo battezzò dopo aver osservato e incrociato tra loro diverse variabili tra cui il meteo, i soldi spesi per le feste, la motivazione a ricominciare e rimettersi al lavoro, ecc. Certo è che le feste sono passate, Omicron si mette di mezzo a complicarci la vita e a preoccupare chi più chi meno, stiamo affrontando l’ennesimo periodo di quarantene, tamponi e vaccini, al tg non si parla d’altro e la fatica di questi due anni inizia davvero a farsi sentire sempre di più. Ci si sente affaticati e un po’ affranti. Le feste sono state per la maggior parte di noi un po’ meste e bisogna tirare fino all’estate lavorando. Sarà anche colpa dei bilanci che inevitabilmente si fanno a fine dicembre e dei buoni propositi che spesso si affossano entro una settimana dall’inizio dell’anno ma ci si sente un po’ giù.
Certo! Detta così mi metto a cuccia e mi rivedete a marzo inoltrato, che almeno esplode la primavera e le giornate si allungano!.
Penso però che si possa affrontare questa situazione così:
1 non pensando di mettersi in apnea fino all’estate ma pianificando attività piacevoli e gratificazioni di cui abbiamo bisogno, per non buttarci così su cibo eccessivo o shopping compulsivo: musica, danza, attività fai da te, scrittura, momenti con amici e anche volontariato, attività a salvaguardia del pianeta. Piccole o grandi pratiche di cura, individuale, collettiva, ecologica che non ci faccia cadere nella sensazione di vivere solo per lavorare salvo qualche parentesi.
2 dedicarsi spesso a qualcosa di “inutile”, cercare di “perdere tempo”: non esiste solo la logica produttiva e nutrire la nostra anima richiede tempo, bellezza, lentezza, relazioni.
3 la tristezza non si può negare e ogni tanto dobbiamo concedercela senza spaventarci.
Il più delle volte, anzi, è una ottima alleata: ci aiuta a fermarci e ad ascoltarci un po’ più in profondità di quello che facciamo di solito, ci insegna a ridimensionare alcune attività per dedicare tempo ed energie a ciò che ci rigenera, ci indica quali relazioni modificare o lasciar cadere perchè ci destabilizzano e non ci nutrono, ci aiuta a guardare le cose per quelle che sono e a cercare di darci pace.
Avete presente il film d’animazione Inside Out? Se non l’avete visto ve lo consiglio.
Gioia è simpatica ma decisamente “sopra le righe” ed eccessiva. Tristezza è certamente faticosa, a tratti, ma simpatica, intuitiva, semplice e umile. Non ha pretese e dice la verità, così che mescolandosi con le altre emozioni, tra cui certo anche la gioia, porta equilibrio e nuove visioni sostenibili e piacevoli per tutti.
Non si può essere sempre felici e al massimo della vita. Non si deve neanche cadere nella tristezza perenne e assoluta – altrimenti è bene farsi aiutare per uscirne – ma un po’ di fiacchezza e malinconia possono aiutarci a fermarci o rallentare per ricaricare le batterie, riprendere la mira e ritrovare il giusto ritmo e la giusta dieta esistenziale, che comprenda vari ingredienti e non solo alcuni.
E il blu è un bellissimo colore con molte sfumature possibili. Pensate a Picasso!
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