Tornare alla vita, ri-nascere a una vita rigenerata, è sempre possibile; ri-sorgere come il sole in una nuova alba è un’opportunità quotidiana.
Rinascere ogni giorno
Tornare alla luce dopo il buio è necessario per vivere al meglio e questo può e deve accadere più e più volte nella vita. E quando si ri-nasce la gioia di esistere si percepisce chiaramente, insieme al timore di essere ancora fragili. Ri-nascere si rende tanto più possibile quanto più si riesce a stare nella tensione tra l’attesa fiduciosa che la nuova nascita si darà nuovamente e il coraggio che scaturisce in noi quando si sente che la vita chiama ad uscire dal buio della sofferenza, del dolore, della paura.
Fare e lasciar essere
Lo sbocciare di un uomo, richiede un fare e un lasciar essere, scrive Luce Irigaray. Fortunatamente possiamo fidarci, ci dice Hanna Arendt, della nostra suprema capacità di dare inizio e di porci come inizio, dando vigore alla nostra vita activa che costituisce sempre un’apertura alla potenzialità vitale che è in noi. C’è un cominciamento, ci dice lei, ci sono processi creativi che chiedono di esprimere le loro eccezionali potenzialità.
Stupiamoci di essere vivi
Questo è lo specifico dell’essere umano: siamo al mondo grazie ad un inizio – che è la nostra nascita – e siamo al mondo per immaginare e creare nuovi inizi, grazie alla nostra possibilità e capacità di un agire creativo e libero. Maria Zambrano esprime questi stessi concetti citando lo stupore di essere vivi: l’essere umano è prima di tutto un nato, e da lì la vita può solo dispiegarsi, creare, relazionarsi con gli altri e il mondo. Nasciamo per così dire, provvisoriamente da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo, e ogni giorno più definitivamente (Dalle Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke)