L’angoscia e il dolore. I piaceri e la morte

Non sono nient’altro che un processo per esistere.

Frida Kahlo

Terrore. Questa parola rimbalza continuamente – implicita o esplicita –   tra testate giornalistiche, radio e tv, o social.

Sentendola pronunciare evoca in noi allerta, angoscia, inquietudine, turbamento. Genera mostri e rende reali – nelle cronache – incubi che, forse da sempre, ci appartengono.

Nell’etimologia della parola terrore c’è letteralmente il concetto di far tremare, muovere, agitare, sposare di qua e di là. Da qui deriva anche il verbo atterrire.

Questo rimanda alla turbolenza interiore provocata dalla paura che nasce in noi sentendo notizie che si ripetono, che vengono riproposte e spesso amplificate – forse eccessivamente – nel corso dei giorni.

Di fronte al panico che il terrore genera dovremmo provare a non lasciarci scuotere eccessivamente né farci paralizzare dalla paura e dall’insicurezza e cercare di capire solamente  come difenderci, magari in maniera errata o altrettanto rischiosa. Se ci pensate i ponti, le torri, molte strutture costruite per reggere alla forti vibrazioni sono resistenti proprio perché capaci di oscillare, assecondando il movimento che le agita; altrimenti crollerebbero.
Sono costruzioni armonicamente plastiche e mobili, pena la loro fine.

Così dovremmo fare in modo che sia anche per noi: il terrore che ci scuote dovrebbe renderci vigili, mobili nel leggere ciò che accade, desti nel vedere cosa quel terrore ci mostra.
Perché il terrore ci fa vedere in maniera concreta la possibilità che la nostra vita, come la conosciamo, cambi profondamente, anche nelle sue abitudini più radicate o abbia fine e diventi invalidata da paura e paralisi. Il rischio che corriamo è quello di reagire in maniera che, per non mettere nulla a repentaglio nella nostra vita, si arrivi a non vivere più. Ci si ritrova a vivere ad una specie di regime dei minimi o a sopravvivere, per di più nella paura, vivendo solo in difesa e senza neanche avere reali strumenti per difenderci davvero.

Il terrore quindi ci mostra quanto necessarie e preziose siano la libertà, i diritti che abbiamo – e che altri hanno conquistato per noi in altre epoche di terrore e dolore, neanche troppo lontane – la serenità di viaggiare e vivere in luoghi pubblici, di piacere, di divertimento e di spensieratezza.

L’angoscia è un tema filosofico importante, ad esempio in Kierkegaard, in Jaspers o in Heidegger, o  Z. Bauman: (si veda l’intervista di D.Casati del 25 7 16 su Corriere.it) : è un’ esperienza esistenziale che ci mostra la nostra possibilità di non essere, ci svela le innumerevoli possibilità negative che incombono sulla vita, rende concreta la verità secondo cui in ogni momento siamo esposti all’annientamento e alla morte.
Ma proprio per questa severità dolorosa che porta con sé, l’angoscia è fonte di esperienza del limite che apre all’esistenza autentica, risvegliata, attiva che non solo si fa plasmare inerme dalla storia ma la plasma a sua volta, attraverso scelte e prese di posizioni che fanno uscire dal torpore, dall’insensibilità, dall’illusione o dall’inganno.

Il terrore ci invita ad essere propriamente e profondamente umani: usare cioè la riflessione, il pensiero critico, la ricerca costante di senso del vivere, individuale e collettivo.

La paura va educata perché serve a sentirsi, a sentire, ad attivarsi, a scegliere, a vivere e sapere cos’è la felicità, anche delle piccole cose. Serve a vivere davvero e ad uscire dalla mera sopravvivenza.
Deve servire a costruire legami e sguardi critici, costruttivi, ampi e aperti. Aiuta a tollerare la complessità e a non cercare soluzioni apparentemente semplificatrici ma spesso errate, poco lungimiranti o non sostenibili nel tempo.

Deve diventare vitale, porta di ingresso alla vita vigile, autentica, attiva, che non si rintana nel ruolo di impotente vittima ma agisce per conquistare più e più volte ciò che conta, perché la vita resti degna di essere vissuta, desiderabile piacevole, felice.

questo articolo era stato pubblicato il 1 agosto 2016 su la 27 ora del Corriere della Sera