Ogni venerdì vi aiuto a evadere: da giugno 2018 su Liberi Tutti, il nuovo inserto del Corriere della sera, trovate la mia rubrica “Leggere Evasioni”.
Evadere, una condizione necessaria alla vita
Evadere è un verbo liberatorio e non è un gioco di parole. Evoca la possibilità di dileguarsi e scappare, invoca il sollievo, il gusto e il coraggio di lasciare il sempre noto che vincola, fa pensare al piacere di esistere, di creare, di trasformare una condizione che ci costringe e ci lega. Apre all’opportunità di stare bene quando si è fuori ma anche di cercare di stare meglio quando si torna dentro, conciliando la situazione di prigionia e quella di libertà. Quindi è una necessità a cui ridare valore anche per le domande vitali che porta con sé: da cosa scappi? Cosa ti manca? Cosa cerchi?
Cosa significa “evadere”
evàdere v. intr. e tr. [dal lat. evadĕre, comp. di e-1 e vadĕre «andare»] (pass. rem. evaṡi, evadésti, ecc.; part. pass. evaṡo). – 1. intr. (aus. essere) a. Scappare, fuggire da un luogo in cui si è rinchiusi: e. dal carcere; un pazzo era evaso dal manicomio. b. Per estens., anche con uso trans., sottrarsi a un obbligo, e in partic. cercar di sfuggire alle imposizioni fiscali: e. il fisco (o al fisco); e. le tasse. c. In senso fig., liberarsi, uscire da un ambiente, da un luogo, da una condizione in cui ci si sente oppressi, sciogliersi da legami pesanti: non vedeva l’ora di e. da quell’ambiente meschino; ho bisogno di e. da questo genere di vita; e. dalla realtà quotidiana; e. dalla famiglia, dal luogo di lavoro. 2. tr. Nell’uso burocr., sbrigare, dar corso, risolvere: e. una pratica, un affare; e. una domanda, una lettera, dare risposta.
(fonte: Treccani online)
Le leggere evasioni del venerdì
Saranno periodiche riflessioni su come e perché evadere costruttivamente e tenacemente dalla vita di ogni giorno, con leggerezza, coraggio e lungimiranza. La capacità di evadere va allenata e se non evadi mai, nei modi più diversi, il mondo e la vita si appiattiscono e ingrigiscono.