La libreria “La Cicala” di Merate ospita periodicamente il Death Cafè, un’iniziativa culturale a cui tengo molto: dove parliamo di ciò che conta nella vita, senza tacere la morte come orizzonte.

Confrontiamoci al Death Cafè

Giovedì 10 novembre alle 21 c’è stato il primo incontro del Death Cafè’ a Merate, e dopo esserci visti anche a gennaio, ci siamo ritrovati anche il 16 Marzo e il 10 maggio. La libreria La Cicala ospita questa iniziativa culturale a cui partecipo io, Andrea Millul e gli psicologi Marco Marchetti e Simona Trigiani che, insieme a me, aiutano i partecipanti a riflettere su questo tema, bevendo un caffè o una tisana insieme. Di volta in volta al Death Cafè è presente un moderatore che facilita e stimola la discussione da vari punti di vista intrecciati tra loro. La direzione che gli incontri prendono di volta in volta viene decisa e condivisa con i partecipanti.

Discutiamo insieme di vita e di morte

Non si tratta di una conferenza o di incontri con un esperto e tanto meno di gruppi di rielaborazione per persone in lutto, ma di chiacchierate in cui le persone si ritrovano per discutere di vita e di morte. Di biotestamento e direttive anticipate si parla da decenni, di suicidio assistito spesso si riempiono le pagine dei giornali. Sicuramente serve fare chiarezza su questi e altri termini (tra cui sedazione palliativa o eutanasia) e per farla ci aiuta la legge n.219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”del 2 dicembre 2017 entrata in vigore il 31 gennaio 2018. Il caso Welby e il caso Eluana Englaro hanno segnato la storia di questa legge e con loro molte altre storie di vita, di cura, di malattia e di morte. Perché di questo parliamo: ogni scelta si situa in una storia e in una ricerca di senso imprescindibili per ogni persona, specie nei momenti di maggior fragilità.