“…e vissero per sempre felici e contenti” . O forse no? È stato dimostrato da Shrek e Fiona che quel finale può solo essere il frutto di una pozione magica, che non esiste.

È stato dimostrato da Shrek e Fiona che quel finale può solo essere il frutto di una pozione magica, che non esiste, ma di cui siamo alla ricerca come di un Santo Graal fin da piccoli, perché le fiabe spesso finiscono così, e ci piace crederci. Alain de Botton autore de Il corso dell’amore (Guanda 2016) qui ce lo dice molto bene: in amore come nelle cose della vita, ci riempiono la testa di bugie. 

E vissero sempre felici e contenti, o no?

De Botton ripropone la sapienza filosofica, mista a psicologia e letteratura, che accoglie anche l’infelicità e l’esistenza tragica, ma non per questo invita ad una vita rassegnata e triste. Ci invita ad essere lucidi, non intorpiditi da balzane idee come il romanticismo o la felicità facile come diritto; grazie alla lucidità ci invita ad essere attivi, propositivi, sapienti nell’imparare ad accettare i limiti, nell’apprendere la comunicazione, nel tollerare la fatica e nell’imparare a vivere positivamente il conflitto. Per essere meno analfabeti nelle cose dell’amore e della vita, meno isolati e soli, meno illusi e più contenti. La filosofia infatti non si occupa della patologia della vita, ma della sua normalità, che è meravigliosa e complessa. Tant’è che nella sua School of life lui aiuta le persone – come cerco di fare in questa rubrica – a stare meglio al mondo, ad avere cura di sé, insegna cos’è la vita e come affrontarla, senza avere gli occhiali colorati sugli occhi, che illudono per un po’ ma poi accecano e fanno inciampare. Per avere così non una vita perfetta – che è inarrivabile – ma una buona vita, un buon rapporto d’amore… una possibile felicità.

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