Siamo abituati a pensare al coraggio come caratteristica esclusiva di coloro che sanno affrontare rischi enormi per raggiungere il proprio obiettivo. Ma il coraggio appartiene a chiunque, sempre.

È una virtù

«Volevo infatti conoscere da te non solo i coraggiosi nella fanteria — dice Socrate — […] ma anche quelli che lo sono nei pericoli del mare e quelli che lo sono di fronte alle malattie, alla povertà o alle faccende politiche; e inoltre quelli che sono coraggiosi non solo di fronte ai dolori e alle paure, ma sono capaci di combattere anche contro i desideri e i piaceri, sia rimanendo fermi sia ritirandosi, perché anche in queste cose, Lachete, ci sono i coraggiosi». Il coraggio, quindi, è una virtù che si sperimenta di fronte a piccole e grandi sfide che la vita ci propone: affrontiamo limiti e paure quotidianamente e spesso senza accorgercene, perché ci sono abituali.

Trovare una posizione

Quindi, prima di tutto, dobbiamo guardare alla nostra vita e riconoscere — magari scrivendocele — le nostre piccole e grandi decisioni prese, i cambiamenti affrontati, il coraggio avuto finora e prendere atto della nostra capacità di «affrontare le turbolenze e le inquietudini della vita, per cercare la propria stabilità e il proprio equilibrio, per trovare la posizione capace di donarci serenità e armonia, fiducia e sicurezza», come scrivono Uber Sossi e Valeria Zacchi in Coraggio, edito da Mursia. Una delle grandi paure che abbiamo, nella vita che cambia continuamente e per cui serve coraggio, ad esempio è quella di rinascere più e più volte, di ripartire e ricominciare a vivere sempre e di nuovo.

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